All’Azienda Agricola Biodinamica Ortobene vediamo i primi frutti della Primavera: sono i nostri amati carciofi!
Piantati l’anno scorso sono cresciuti rigogliosi, purtroppo anche i topolini li hanno trovati interessanti e ne hanno ridotto significativamente la quantità rosicchiandone le prelibate radici…”anche questa è natura” dice Antonio a metà tra rassegnato e deluso, si tratta sempre di quel benedetto equilibrio tra progetti e realtà.
Per rimanere col morale alto occorre mangiarne molti, di carciofi, affinché la loro bontà ristabilisca in petto quella che è la giusta misura di gratitudine per l’abbondanza della nostra vita.
Allora in alto i carciofi e brindiamo alla bella stagione! Buon appetito!
Ode al carciofo di Pablo Neruda
Il Carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all’asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l’origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell’orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso,
e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo,
non lo teme,
lo esamina,
l’osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra,
lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
del suo cuore verde.